ATTIVO DEI DELEGATI RLS e RSU FIM FIOM UILM DELLA LOMBARDIA

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IPOTESI DI DOCUMENTO PROGRAMMATICO

FIM FIOM UILM LOMBARDIA

SU SALUTE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO

PUNTI DA DISCUTERE E DA INTEGRARE NELLE ASSEMBLEE NEI LUOGHI DI LAVORO

Premessa

Fim Fiom Uilm della Lombardia si riconoscono nei documenti unitari Confederali, quello regionale approvato a Milano il 23 novembre 2017 e quello nazionale approvato a Marghera il 19 gennaio 2018.

Dopo i gravi incidenti mortali registrati recentemente a Milano e Brescia, solo per citare gli ultimi riguardanti il settore metalmeccanico, Fim Fiom Uilm Lombardia intendono realizzare una campagna straordinaria di assemblee, dal 5 al 16 marzo, in tutte le provincie lombarde, per sensibilizzare ulteriormente le lavoratrici e i lavoratori sulle tematiche della salute e sicurezza e discutere, insieme a loro, di alcune linee programmatiche che, partendo dai documenti confederali sopra richiamati, possano produrre richieste alle parti istituzionali preposte in materia e richieste contrattuali da rivendicare nella contrattazione aziendale.

Vogliamo ascoltare la voce dei metalmeccanici direttamente nei luoghi di lavoro per approfondire e discutere con loro di problemi reali e costruire soluzioni concrete e praticabili, integrando la “traccia” di azioni possibili che riportiamo di seguito.

Il tutto verrà rielaborato in un documento programmatico al centro di una grande iniziativa unitaria, che vedrà la partecipazione di 1000 delegate e delegati metalmeccanici, che si terrà il 19 marzo prossimo presso l’Università Bicocca di Milano, alla presenza dei Segretari Generali Nazionali di FIM FIOM e UILM, delle Segreterie Regionali Cgil Cisl Uil e dei protagonisti istituzionali deputati alla tutela della salute e sicurezza.

In Lombardia, nel 2017, nella sola industria si sono registrati 27.395 infortuni (su un totale di 95.207), di cui 58 mortali (su un totale 139), in aumento rispetto agli anni precedenti.

Respingiamo con forza le tesi di chi si cimenta in analisi che vedrebbero l’incidentalità (e la mortalità) nel lavoro come una sorta di elemento fisiologico, quasi scontato, connesso con l’attività lavorativa stessa.

Siamo tutti impegnati perché ogni lavoro sia si, proficuo, ma anche salubre e sicuro.

1 – AZIONI CONTRATTUALI

Il rinnovo del CCNL del 26 novembre 2016 ha realizzato un avanzamento in materia di salute e sicurezza, diritti che vanno praticati e consolidati nella contrattazione aziendale e territoriale.

In particolare, tanto nella contrattazione, quanto nella pratica quotidiana, va riaffermato il connubio tra organizzazione del lavoro, una migliore gestione degli orari e salute e sicurezza.

Dare pratica attuazione ad alcuni aspetti introdotti con l’ultimo rinnovo del CCNL 2016

coinvolgere preventivamente i RLS sia nella valutazione dei rischi e programmazione della prevenzione, sia nella rilevazione dei “quasi infortuni” e delle misure conseguenti da adottare;

informare tutti i lavoratori trimestralmente sui temi della salute e sicurezza, sui fattori di rischio e sulle tipologie dei “quasi infortuni”;

organizzare, nelle aziende con almeno 200 dipendenti, e diffondere la prassi anche nelle altre, due incontri annuali nelle diverse aree di lavoro, sui fattori di rischio specifico e su quali soluzioni adottare;

sperimentare “break formativi” direttamente sul posto di lavoro, di 15/20 minuti in orario turno, per aggiornare i lavoratori sulle procedure di sicurezza nella propria area di lavoro.

Strumenti per l’esercizio del ruolo di RLS

assicurare ai RLS in ogni unità produttiva uno spazio a loro riservato, accessibile a tutti e ben segnalato da apposite indicazioni e da una denominazione ben visibile;

mettere a disposizione di ciascun RLS un personal computer con accesso a internet ed una stampante, per un migliore svolgimento delle proprie funzioni;

rendere visibili a tutti i lavoratori i RLS nell’esercizio delle loro funzioni, attraverso elementi di identificazione specifica come tuta, casco, pettorina o simboli.

Numero RLS nelle grandi unità produttive, RLS di sito e RLSA

aumentare il numero di RLS da 3 a 6 nelle unità produttive con oltre 500 addetti fino a mille;

aumentare il numero dei 6 RLS previsti nelle unità produttive oltre i mille addetti di 3 in più ogni mille addetti, o frazione di mille. (Ad esempio il totale di RLS in un’unità produttiva di 1.600 addetti sarà di 9, mentre in un’unità produttiva di 4.500 persone sarà di 18 RLS);

stabilire in tutte le unità produttive che rientrano nei contesti produttivi caratterizzati da compresenza di più aziende (tutti gli impianti siderurgici e tutti i contesti produttivi con complesse problematiche legate alla interferenza delle lavorazioni e da un numero complessivo di addetti mediamente operanti nell’area superiore a 500), indicati nel comma 1, art. 49, titolo I del D.LGS. n.81/2008, le modalità di individuazione dei RLS di sito produttivo, nonché le modalità di esercizio delle attribuzioni di cui all’art. 50 e il coordinamento tra tutti i RLS di aziende diverse del medesimo sito;

istituire in base al paragrafo f), art. 1, sezione IV, titolo V del CCNL dell’industria metalmeccanica i RLSA, Rappresentante per la Sicurezza e l’Ambiente, con attribuzioni anche in materia ambientale, in tutte le aziende rientranti negli stabilimenti a rischio d’incidente rilevante;

nei processi di innovazione tecnologica, di digitalizzazione del lavoro, di smartworking e di competenze multitasking che si sviluppano attorno a questi cambiamenti, ai fini del contenimento del technostress, occorre garantire il diritto alla disconnessione.

Premi di risultato legati alla prevenzione sulla sicurezza e al miglioramento ambientale

introdurre un premio di risultato collegato alla rilevazione da parte dei lavoratori dei “quasi infortuni” e alla riduzione nel tempo del numero d’incidenti, in una logica di intervento e rimozione dei rischi con la partecipazione di tutti;

2 – TAVOLI DI COORDINAMENTO ED INTESE TERRITORIALI

A livello territoriale, coinvolgendo le associazioni datoriali, va realizzato l’osservatorio provinciale degli infortuni sul lavoro, sulla scorta di quanto già fatto in Brianza e Milano con l’intesa FIM, FIOM, UILM e ASSOLOMBARDA. Inoltre, va promossa, sotto la regia della Prefettura e in stretto contatto con le Confederazioni Sindacali, la costituzione di specifiche task force per analizzare le problematiche e i rischi specifici dei vari settori (come già fatto dalle Confederazioni a Bergamo e Milano).

A livello regionale occorre proseguire il lavoro di coinvolgimento delle organizzazioni sindacali all’interno dei tavoli di coordinamento, delle cabine di regia e nei laboratori specifici.

3 – ATS

Alle ATS chiediamo di continuare nell’azione di prevenzione consapevole, incisiva e omogenea nel territorio, a partire dalle aziende maggiormente a rischio (codici ATECO e direttiva Seveso),  coinvolgendo i RLS, per garantire il controllo e la puntuale attuazione della tutela della salute, la sorveglianza sanitaria, la salubrità degli ambienti di lavoro e la formazione di qualità.

4 – INAIL

All’istituto spetta il ruolo, non solo di ente assicurativo, ma di protagonista della prevenzione nel territorio, promuovendo azioni formative e informative, in stretta collaborazione con gli altri enti preposti, a partire dalle OO.SS.

A tale scopo è importante liberare e destinare risorse a sostegno di attività di prevenzione e di formazione destinate, in modo particolare, agli RLS e ai progetti per la media e micro impresa.

Al contempo, vanno implementate le risorse a sostegno del reinserimento dei lavoratori con ridotte capacità lavorative e realizzati monitoraggi e chiarimenti in materia di malattie professionali, visto il continuo registrarsi di grossi scostamenti tra domande presentate ed effettivamente riconosciute.

Occorre avviare un confronto, che coinvolga le Confederazioni, per destinare parti dei risparmi e degli avanzi prodotti ogni anno dall’Ente ad attività formative, azioni di prevenzione e sensibilizzazione e riduzione dei premi pagati da imprese che si attivano in percorsi virtuosi a tutela della salute e sicurezza, evitando dunque di dirottare fondi deputati a tale materia verso altri impieghi.

5 – LEGISLAZIONE

Negli ultimi anni, l’impianto legislativo afferente salute e sicurezza (imperniato sul DL 81/2008) ha subito ripetute “manutenzioni” che hanno causato, troppo spesso, l’indebolimento della parte sanzionatoria nei confronti delle imprese inadempienti.

Ferma restando l’assoluta supremazia dell’azione preventiva, formativa e ispettiva, crediamo che la Politica debba occuparsi di un riordino della materia anche in ambito sanzionatorio.

In particolare, di fronte al reiterarsi di incidenti mortali plurimi, riteniamo che l’attuale ordinamento che prevede l’imputazione per omicidio colposo rischi di apparire troppo blando, specie se già nella fase preliminare delle indagini appare evidente la mancanza o la manomissione delle regole e dei dispositivi a presidio della salute e sicurezza dei lavoratori.

Infine, per quanto concerne Regione Lombardia chiediamo chiarezza circa il reinvestimento in prevenzione dei proventi delle sanzioni comminate alle aziende da parte degli organi di vigilanza.